Il Nålebinding (anche conosciuto con altre varianti come Nadelbinden, Nalbinding, Naalbinding, Nålbinding ) è una tecnica che può essere a pieno titolo ritenuta il più antico dei metodi di lavoro a maglia.
Precede infatti tecniche tessili oggi ben conosciute come il lavoro a maglia con i due ferri e i vari tipi di uncinetto, offrendo un affascinante sguardo sulle pratiche artigianali dei nostri antenati.
Si tratta di una tecnica ad ago singolo che utilizza un ago largo e piatto per creare un tessuto elastico composto da anelli intrecciati. È precedente sia al lavoro a maglia che all’uncinetto e, nonostante le somiglianze superficiali, non ha alcuna relazione evolutiva con nessuno dei due.

Storia e Origine del Nålebinding

Il termine Nålebinding deriva dal danese/norvegese e significa letteralmente “legatura con ago”. Questa tecnica è una delle più antiche forme di tessitura conosciute, con reperti che risalgono a 10.000 anni fa.

I reperti più antichi

Uno dei primi esempi noti è stato trovato a Nahal Hemar, in Israele, dove sono stati rinvenuti frammenti tessili realizzati con fibre vegetali e capelli umani approssimativamente datati 6500 a.C.

Un’altro antico esempio di Nålebinding è un frammento ritrovato a Friesack, Germania, datato circa 7,750 a.C. Un esame approfondito ha potuto appurare che è stato tessuto con un filato a due capi filato con torcitura a S (sinistra) e binato con a Z (destra) che è lo standard odierno di filatura.

Molti altri reperti e frammenti risalenti all’età della pietra sono stati ritrovati anche in Danimarca

Durante l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro, il Nålebinding era ampiamente utilizzato sia in Europa che in Asia. Un famoso esempio di questo periodo è il berretto rinvenuto nel Bacino del Tarim, in Cina, trovato insieme alla mummia dellUomo di Zanghunluq, il quale apparentemente amava i cappelli visto che nella sua tomba ne sono stati trovati una decina.

Estratto da “The Tarim Mummies – Ancient China and the Mystery of the Earliest Peoples from the West (2008, Thames & Hudson)

Epoca Romana

Durante l’epoca romana, la tecnica era ben consolidata e utilizzata per creare vari capi di abbigliamento prevalentemente soggetti a grande usura, come per esempio i calzini trovati a Oxyrhynchus in Egitto alla fine del XIX .

Calzini trovati a Oxyrhynchus – Victoria and Albert Museum, London

Questi calzini sono uno dei reperti meglio conservati. Si tratta di calzini con le dita divise, probabilmente per calzari infradito, trovati nei cimiteri dell’antica colonia greca Oxyrhynchus sita nei pressi del Nilo e risalgono a circa il 250-420 d.C.
Inizialmente si pensava fosse un primo reperto di lavoro a maglia con i due ferri, ma si scoprì che erano appunto realizzati con la tecnica del Nålebinding e precisamente con il punto copta, molto simile alla maglia rasata realizzata con i ferri.
I calzini facevano parte di una collezione in possesso del maggiore Myers che fu donata al Victoria and Albert Museum, in quanto parte un “vasto numero di esempi molto interessanti” di arte tessile.

In Sud America, intorno al primi secoli d.C., i Nazca hanno sviluppato tecniche simili al Nålebinding, producendo pezzi di una complessità sconvolgente. Al British Museum sono esposti tantissimi esemplari realizzati con quello che nel loro catalogo viene chiamato “cross knit loop stitch”. La straordinaria tecnica era utilizzata da sola o insieme a altre tecniche di tessitura. A questo link una raccolta di foto di manufatti Nazca dalla collezione del British Museum.

In foto un frammento di mantella funeraria Nazca in fibra di camelide (alpaca).

Mantella funeraria Nazca 100-400 a.C.- Funerary mantle fragments made in cross knit loop stitch, camelid fibre, row of knitted birds alternating with flower motifs along the centre.

Medioevo

Nel Medioevo, in epoca Vichinga, il Nålebinding era particolarmente diffuso in Scandinavia. Reperti significativi includono i guanti di Mammen in Danimarca, che hanno dato il nome a un tipo specifico di punto, e altri manufatti trovati in Islanda, Finlandia, Svezia, Norvegia e Polonia.

Il guanto di Arnheiðarstaðir, Islanda è un reperto presscoché completo, datato circa 10-11 secolo, secondo l’esperta Ulrike Claßen-Büttner, questo guanto esposto al National Museum of Iceland, è realizzato con un punto chiamato Oslo stitch ed è stato intrecciato con un filato binato di due colori scuri ma diversi tra loro.

Il punto Oslo è stato utilizzato per realizzare vari reperti ritrovati in Nord europa inclusi un guanto ritrovato a Lund, Svezia e altri reperti a Copenhagen, Danimarka. Il nome del punto proviene da uno dei primi reperti trovati creati con questa tecnica, un guanto trovato a Oslo datato intorno all’ undicesimo secolo rendendolo effettivamente uno dei punti più diffusi.

calza trovata a Coppergate, York – JORVIK Viking Centre

Altro reperto molto noto è una calza trovata a Coppergate, York. E’ datata intorno al 970 dC e rappresenta un esempio unico di una variante specifica del Nålebinding chiamata York stitch. Gli aghi in osso rinvenuti negli scavi avrebbero potuto essere utilizzati per questo tipo di lavoro a maglia, ma il calzino è l’unico esempio di Nålebinding ritrovato in Inghilterra. Sembra quindi più probabile supporre che tale reperto sia stato portato a York sul piede di un colono o commerciante, data la fattura tipicamente scandinava.
La calza di Coppergate è costruita iniziando dalla punta e lavorando in file circolari con aumenti e diminuzioni per modellare il tallone e la caviglia. Questa tecnica produce un tessuto spesso e elastico, ideale per le condizioni climatiche rigide.
La calza presenta una banda rossa stretta intorno alla caviglia. La banda potrebbe essere stata un bordo decorativo, o l’inizio di una gamba di colore rosso di una calza più lunga.

Possibile costruzione del tallone per Coppergace sock - fonte www.shelaghlewins.com
Possibile costruzione del tallone per Coppergate sock – fonte www.shelaghlewins.com

Alcuni manufatti sono stati persino ritrovati in corredi funerari ecclesiastici nel tardo medioevo. Ho trovato dei riferimenti al cappello di lana di San Simeone e al cappello di cashmere di San Bernardo, datati rispettivamente all’XI e XII secolo. Purtroppo però non ho trovato foto.

Tecniche e Strumenti Utilizzati

Il Nålebinding utilizza un ago speciale chiamato nål.
Nål (pronuncia IPA(key): /noːl/) in norvegese, danese e svedese significa semplicemente ago.
L’ago ha una dimensione che può variare tra 5 e 10cm di lunghezza, con una cruna grossa da un lato e una leggera punta dall’altra. Può essere curvo o dritto e a volte aveva due crune vicine. I Nål venivano realizzati con una grande varietà di materiali tra cui legno, corno (spesso di alce e bufalo), osso (anche di pesci grossi), avorio e metallo. Recentemente vengono ovviamente prodotti anche in plastiche e resine.

Photo credit: “Handcrafted Nalbinding Needles” by grizzlymountainarts is licensed under CC BY 2.0

Con questi aghi si creano degli anelli interconnessi di filato. La tecnica permette di creare un vero e proprio tessuto ad anelli tutti connessi con gli anelli precedenti. Il risultato è un tessuto spesso, elastico e resistente. Il lavoro non si disfa se un punto viene rotto e nemmeno tirando il filo sul fondo del lavoro, come invece avviene con il lavoro a maglia o all’uncinetto.
Ogni punto è lavorato singolarmente, rendendo il processo lento ma molto stabile.

Un’altra caratteristica importante del Nålebinding è l’uso di fili di lunghezza relativamente corta, che richiedono frequenti giunzioni per continuare il lavoro. La lana è il materiale preferito perché si unisce facilmente attraverso il processo di infeltrimento del filo.

Il punto più comunemente realizzato con la tecnica del Nålebinding è il punto Oslo (Oslo Stitch). Esiston tuttavia più di 30 punti diversi che è possibile realizzare. I lavori quindi possono presentare una certa complessità.

Campioni realizzati da needlebinding.com

Differenze tra Nålbindning, Lavoro a Maglia e Uncinetto

Il Nålebinding differisce notevolmente dal lavoro a maglia e dall’uncinetto in vari aspetti nonostante, come già accennato, alcuni esemplari archeologici di tessuti realizzati con questa tecnica possono essere difficili da distinguere dai tessuti lavorati a maglia.
Mentre il lavoro a maglia utilizza due ferri e l’uncinetto un unico uncinetto, il Nålebinding impiega un solo ago per creare nodi e anelli. L’ago, collegato al filo di lavoro, viene infilato attraverso punti precedenti per creare un tessuto fitto e resistente. Questa tecnica si differenzia dal crochet nel fatto che coinvolge il passaggio dell’intera lunghezza del attraverso il punto, mentre con l’uncinetto il lavoro non coinvolge mai l’estremità libera del filo.
Proprio per questa peculiarità bisognerà lavorare con pezzi di filo non molto lunghi piuttosto che un unico filo continuo proveniente da un gomitolo.
Sempre per questo motivo il lavoro non si sfilaccia facilmente, quindi non richiede finiture speciali ai bordi come invece accade nel lavoro a maglia.

Esempio di tessitura eseguita con Nålebinding – da “Nalbinding – What in the World Is That?: History and Technique of an Almost Forgotten Handicraft” Edizione Inglese  di Ulrike Claßen-Büttner

Il lavoro su ogni singolo punto risulta generalmente più lento, ma ogni riga è più alta rispetto al lavoro a maglia o all’uncinetto, rendendo il processo spesso complessivamente più rapido.

La tecniche di Nålebinding richiede un po’ di pratica per essere padroneggiato anche a causa delle numerose varianti di punti ma le basi sono considerate facili da apprendere e può essere praticato anche da principianti.

Un’altra differenza significativa con il lavoro a maglia e uncinetto è la struttura del tessuto creato. Il tessuto Nålebinding è più elastico e durevole, ideale per creare capi che devono resistere a usura intensa, come calzini e guanti.
Il lavoro a maglia produce un tessuto più morbido e flessibile, mentre l’uncinetto crea un tessuto meno elastico, ma con maggior struttura e stabilità. Questo lavoro, come già accennato, non si disfa come il lavoro a maglia e produce un tessuto più denso.

Applicazioni Moderne del Nålebinding

Nel corso della storia, reperti tessili eseguiti con tecniche Nålebinding sono stati trovati in tutto il mondo: dal Pacifico meridionale ai Balcani, dal Medio Oriente alle Americhe.
Alcune popolazioni indigene in Sud America e nel Messico settentrionale utilizzavano una forma di questa tecnica per realizzare tessuti anche all’inizio del XX secolo anche se sembrava una tecnica in via di “estinzione”.

In generale oggi sembra che il Nålebinding stia vivendo una rinascita, un po’ come molte arti antiche (tessili e non). Eventi come il Jorvik Viking Festival vedono la partecipazione di artigiani da tutta Europa che creano, vendono e acquistano oggetti realizzati con questa tecnica.

Risorse online per imparare

Da quando ho scoperto il Nålebinding, ho sentito il bisogno di parlarne e anche di aiutare a tenere questa preziosa tecnica in vita. Anche io proverò a cimentarmi vi proppongo alcune risorse che ho trovato su Youtube.

Questa Playlist di Ylva The Red su Youtube. Mi sembra molto chiarala spiegazione, ma è in inglese.

https://youtube.com/playlist?list=PLwnB7WQ_Ef9yQX3pHX6jEtGmCfFGOOWCl&si=mH3ojITxZ1cKbqvg

Qui invece una guida in italiano di Black Sheep Wool Art che anche se filmata con qualità minore mi sembra ben spiegata.

Strumenti per il lavoro

Se volete provare questa tecnica ma non avete voglia di spendere molto potreste provare inizialmente con un ago da lana un po’ grosso utilizzando però un filato sottile, oppure uno di quei tool per infilare l’elastico o il cordoncino nei progetti di cucito (esempio in foto di Prym), che hanno un prezzo contenuto e potreste trovare anche nella merceria di quartiere. In questo caso però dovrete usare un filato più sostenuto.

Se poi volete continuare ad esplorare questa tecnica potete trovare moltissimi tipi di aghi appositi per Nålebinding su Etsy effettuando ricerche con i suoi vari nomi, compreso nailbinding.

Al momento non ho trovato molto su Amazon. Ma aggiornerò se dovesse cambiare la situazione.

Infine per chi come me ama la stampa 3D, ho trovato un progetto che sembra ben fatto. Si stampa piatto senza supporti ed è fatto per minimizzare le asperità esterne che darebbero fastidio nella lavorazione. Gli aghi, infatti, devono essere ben lisci. Per questo si consiglia di usare un layer sottile e magari levigare con una carta vetrata a grana sottile se dovessero rimanere delle parti dove il filo si possa attaccare.

Ecco il link: https://www.thingiverse.com/thing:5841667

Foto del progetto stampato dal suo autore jstanley0

Conclusione

Il Nålebinding rappresenta una tecnica tessile antica ma ancora rilevante. Esplorando la sua storia e le sue tecniche, possiamo apprezzare la complessità e la bellezza di questa forma d’arte che ha contribuito significativamente al patrimonio culturale tessile. La sua rinascita moderna del nålbindning dimostra il valore duraturo di questa tecnica, non solo come parte del nostro passato, ma anche come una pratica artigianale vivace e adattabile.

Se volete saperne di più vi consiglio il libro “Nalbinding – What in the World Is That?: History and Technique of an Almost Forgotten Handicraft” Edizione Inglese  di Ulrike Claßen-Büttner, disponibile anche in formato kindle su Amazon.

Un’altra ottima risorsa per approfondire ulteriormente il sito nalbound.com, pieno di preziose informazioni.

Happy Nålebinding!!!

Manuela


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Bibliografia

  1. Wikipedia – NålebindingNahal Hemar Cave
  2. PieceWork – The Ancient Craft of Nålbinding Then and Now
  3. Penn Museum – Ancient Mummies of the Tarim Basin
  4. Spin Off Magazine – Nålbinding: A Short History of an Ancient Craft By Penelope Hemingway
  5. Digits & Threads – Threaded Through Time: The Ancient Art of Nålbinding
  6. Victoria and Albert Museum, London – Pair of Socks
  7. Regia Anglorum – Naalbinding
  8. “Early Medieval Mittens and Gloves” by Tomáš Vlasatý
  9. A Brief history of nalbinding – nalbound.com

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