I pallini sui capi lavorati a maglia non piacciono a nessuno!
Donano agli indumenti un’aria un po’ sciatta, purtroppo.
Dico purtroppo perchè sono in realtà un normale sottoprodotto di quasi tutte le fibre naturali quindi è un po’ un controsenso dichiarare loro guerra.
Dopo aver visto come lavare al meglio i vostri capi fatti a maglia oggi vediamo come massimizzare la loro bellezza e minimizzare il pilling, la formazione di pallini.
Tra l’altro in italiano questo fenomeno si chiama “bioccolatura”, come facciamo ad essere arrabbiati con qualcosa che ha un nome così divertente?
Cosa sono i pallini?
I famigerati pallini, contrariamente a quello che può sembrare, non devono fare pensare a una fibra di bassa qualità o a un difetto del capo. Si tratta infatti di un fenomeno legato alla presenza di fibre corte nel filato che, durante l’utilizzo e lo sfregamento, si staccano e si arrotolano formando, appunto, i pallini.
Ovviamente per questo motivo un indumento sarà sicuramente più prone al pilling rispetto a uno scialle visto che è costantemente sotto stress.
Spesso ci innamoriamo di certi proprio filati per la loro sofficità e morbidezza. Ebbene la maggior parte dei filati di questo tipo di perderà fibre e formerà pallini. E’ un dato di fatto.
Potremmo essere tentati dall’acquistare solo filati che non fanno pallini ma questo limiterebbe la vasta scelta che abbiamo al momento sul mercato. Siamo sicuri ne valga la pena?
Forse potremmo volerci indirizzare su un filato che minimizzi il pilling e per rendere la vita più facile alle persone a cui regaliamo qualcosa. In questo caso ci sono un paio di dritte che ci possono aiutare nella scelta, quindi continuate a leggere fino alla fine…
Potreste infine essere tentati dal mettere meno le vostre creazioni…. Noooo, dai non scherziamo, questo non può e non deve accadere!
E allora rimane un’unica cosa da fare: imparare a prenderci cura dei nostri capi per massimizzare il piacere di indossarli e diminuire la “frustrazione da pallini”.
Guerra ai pallini?
Cominciamo a non vederla come una guerra personale. Non ne vale la pena visto che è una cosa normale. Inoltre esistono diverse “armi” che ci possono aiutare ad affrontare più tranquillamente questa caratteristica dei capi lavorati a maglia.
Gli attrezzi del mestiere
I miei attrezzi preferiti sono:
Come vedete dalla foto sopra ho anche un levapelucchi elettrico ma funziona bene solo su filati medio/piccoli con “pallini medio/piccoli” e come sapete a me piacciono i filati bulky che quindi avranno dei “pallini bulky”. Questi non passano dai buchini della griglia di sicurezza del levapelucchi e quindi non vengono asportati.
(Mi raccomando resistete alla tentazione di togliere la grigia di sicurezza!!!)
Gleener è un attrezzo manuale che mi è stato consigliato in un forum di Ravelry qualche anno fa. Ho dovuto attendere parecchio prima di trovarlo su Amazon.it e nel frattempo ho fatto prove con altri attrezzi simili come il pettinino della foto. Ora lo vendono anche in alcuni negozi di filati come per esempio Di Lana e Altre Storie o Lanadimiele.
Il vantaggio principale di Gleener rispetto al pettinino è che ha tre diverse testine adatte a diverse trame di tessuto. Funziona bene sia sui tessuti sottili che sui filati bulky.
Un altro vantaggio è la maggior ergonomicità che rende meno faticoso tenerlo in mano mentre lo si utilizza. Inoltre la parte più larga all’altra estremità è una comodissima spazzola per i peli.
Lo ritengo quindi attrezzo davvero completo, che tengo sempre sotto mano.
Il design è americano e ha vinto anche dei premi per l’efficacia e la delicatezza sui tessuti. Sul sito ci sono tanti video utili che ne spiegano l’utilizzo in dettaglio.
Qualche tempo fa su Instagram ho fatto un piccolo sondaggio e mi è stato detto che il migliore levapelucchi elettrico è quello della marca Singer, quindi se volete provarlo vi consiglierei di partire da questo marchio.
Esistono anche altri attrezzi consigliati per questo scopo, ma non li ho mai utilizzati:
Da lamette e rasoi sto proprio alla larga perchè ho paura di fare danni ma mi hanno detto, sempre attraverso il sondaggio, che con il rasoio usa e getta il pericolo di rovinare il capo non esiste. Chissà, magari proverò…
Nelle mie ricerche ho letto molto bene della pietra pomice, che sembra essere delicata sui capi ed è ovviamente una scelta più sostenibile rispetto a un attrezzo in plastica come il levapelucchi elettrico o lo stesso Gleener.
Il momento della manutenzione
Indipendentemente dall’attrezzo scelto per effettuare questo lavoro, prendiamoci una ventina di minuti da dedicare al nostro capo bisognoso.
Stendiamolo su una superficie rigida, come un tavolo, e con l’utensile prescelto cominciamo a levare i pallini passandolo sulla superficie del capo. Con mano ferma e sicura ma senza sfregare troppo energicamente vedrete che i pallini si staccheranno riportando alla sua magnificenza la trama originale del vostro lavoro a maglia.
Il risultato è davvero ottimo e la tentazione di effettuare questa operazione tutti i giorni sarà forte. Ovviamente è sconsigliato perché comunque è un’operazione di asportazione di fibre che alla lunga impoverisce il filato.
Dobbiamo trovare quel giusto equilibrio che permetta al nostro capo di durare a lungo ed apparire sempre al meglio.
Consiglio quindi di essere un po’ più Zen nella vostra guerra ai pallini, accettandone qualcuno qua e là con leggerezza.
Filati da scegliere per limitare il pilling
Quando sentite il bisogno di un progetto che minimizzi la presenza di pallini ci sono degli accorgimenti che possono guidarvi nella scelta del filato, vediamo quali…
Costruzione del filato
La costruzione del filato, ossia come è fatto un filato è spesso l’aspetto più importante da considerare nella vostra ricerca.
Facendo un piccolo passo indietro vediamo quali sono le fasi principali della filatura tradizionale:
- Preparazione: In questa fase si pulisce il materiale
- Cardatura: in questa fase le fibre vengono districate, dando loro un’orientamento omogeneo
- Filatura: Durante questa fase le fibre vengono torte trasformando l’ammasso cardato in cordone più o meno sottile che è il filato.
La filatura può essere poi seguita dalla Binatura, ossia l’accoppiamento con torsione di più capi per ottenere un filato più robusto e più stabile.
Un filato che durante la binatura viene ritorto molto avrà meno facilità a creare i pallini. I filati che al contrario sono a meno capi o i cui capi presentano una torsione inferiore avranno più facilità a perdere fibre e fare pilling.
Il filato a stoppino, ossia quel filato che rimane a un solo capo avrà più facilità al pilling e all’infeltrimento.
In generale quindi quando il filo viene ritorto molto perde l’aria all’interno delle fibre perdendo anche morbidità. Quanto più è ritorto tanto più migliorerà il pilling. Al contrario un filato gonfio, morbido e leggero, sottoposto a pochi giri di torsione porterà a un capo che avrà una tendenza maggiore alla formazione dei pallini.
Oltre a i filati a più capi ci sono altre tipologie che sono meno soggette al fenomeno di pilling:
- Filati a catenella (anche se un po’ pelosetti).
- Lana infeltrita, come il famoso felted tweed
- Lane secche come la Shetland scozzese o la Lopi islandese
- Lana merino superwash: in questo caso il trattamento che viene fatto al filato per renderlo lavabile a macchina lo rende meno soggetto al pilling ma questo trattamento tende a sparire nel tempo e con i lavaggi.
Ho riscontrato anche che accoppiare un filato potenzialmente soggetto a pilling con uno o due capi di kid silk mohair diminuisce drasticamente il pilling.
Tipologia di filato
Ogni fibra, animale o vegetale, ha una sua lunghezza media specifica. Per la lana di pecora questo valore medio della lunghezza del fiocco varia molto perché dipende dall’animale e dalla qualità del vello. In generale più lunga è la fibra minore facilità avrà il filato a creare i pallini, viceversa laddove le fibre siano più corte si staccheranno più facilmente e si creerà il pilling.
Anche il cotone è soggetto a questo fenomeno. In molti casi nella descrizione del filato scritto che tipo di cotone è, se proviene da un cotone a fibra lunga o meno, quanto è ritorto etc. Questo e indicazioni possono aiutarvi nella scelta.
Ecco alcune fibre che in linea generale minimizzano questo fenomeno anche se presenti in percentuale nel filato.
- Lino
- Seta
- lane secche con fibre lunghe (come Shetland)
- Mohair
- Suri Alpaca
- Fibra di soja
Tensione e punti
Un altro fattore che avrà impatto sulla formazione di pallini è la costruzione del capo. Una tensione molto lenta o ariosa, favorirà la frazione del filato, il distaccamento delle fibre e la formazione di pallini in quei filati che già sono inclini al fenomeno. Per lo stesso motivo i pizzi favoriscono ilpilling rispetto a una maglia rasata con una lavorazione stretta.
Pill Test
Shirley Paden, autrice di Knitwear Design Workshop, svela un trucchetto da mettere in atto quando abbiamo la possibilità di toccare con mano i filati: “Per fare un test preliminare tenere le dita come per schioccarle (tra medio e pollice). Mettere un paio di capi di filato tra le dita e strofinarle tra loro avanti e indietro se comincia a separarsi o a perdere pelucchi allora produrrà quasi sicuramente pallini nei punti più sollecitati come per esempio dove la manica strofina contro il corpo.” (traduzione dell’autore, cioè mia)
Possiamo quindi dedurre che più facilmente le fibre si disfano più facilmente produrranno pallini.
Spero che tutte queste informazioni vi tornino utili nella vostra guerra ai pallini. Vi incoraggio comunque ad essere più Zen nella vostra lotta.
Se avete dubbi o commenti potete lasciarli qui sotto oppure contattarmi su Instagram (@iknitso)
Happy Knitting!
Manuela
Fonti:
Filatura da Wikipedia.it
Knitwear Design Workshop, di Shirley Paden
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